Fantastica Giulianova
Spirito religioso e arte
Cariche di entusiasmo, iniziano il tour con una visita al Santuario della Madonna dello Splendore.
Il culto religioso vuole che il 22 aprile del 1557, un contadino di nome Bertolino, mentre si riposava sotto una pianta di ulivo, su una collina, fu investito da una luce abbagliante.
Al centro di quel fulgore comparve la Vergine, sorridente, che lo incaricava di riportare alla comunità la sua volontà di far ergere in quel luogo un Santuario.
L’uomo si recò subito dai Duchi di Acquaviva, signori dell’epoca, che però non gli credettero, anzi, lo tacciarono di essere un millantatore, e lo fecero bastonare.
Per salvarsi dalle legnate, Bertolino implorò, in cuor suo, l’aiuto dell’Immacolata; istantaneamente, le membra degli scagnozzi che lo stavano percuotendo, si paralizzarono.
Di fronte ad un avvenimento così inspiegabile, i Duchi si convinsero dell’intervento di una forza soprannaturale.
Il Santuario fu costruito. Nel frattempo, cominciò a sgorgarvi una fonte d’acqua che i fedeli, tutt’oggi, ritengono taumaturgica.
Attualmente, il sacro edificio è custodito da monaci cappuccini ed è visitato, ogni anno, da migliaia di pellegrini provenienti da tutta Italia.
All’interno è possibile ammirare la statua della Madonna dello Splendore e, all’esterno, cesellati sotto un colonnato, i bellissimi mosaici devozionali che illustrano la vita di Gesù e le principali parabole.
Di particolare suggestione è la Via Crucis Monumentale, rappresentata da gruppi bronzei realizzati dallo scultore Ubaldo Ferretti.
Un Duomo unico
nel suo genere
Dopo aver visitato la chiesa e apprezzato lo spettacolare paesaggio, Maddalena e Melania proseguono verso il centro storico, percorrendo via dello Splendore, disseminata di ville liberty.
Ai primi del Novecento, questa strada, come anche il lungomare, e altri quartieri della città, furono impreziositi da superbe costruzioni residenziali, che si possono ammirare ancora oggi in tutta la loro bellezza.
Cammina cammina, ecco il cuore di Giulianova.
Il centro storico sembra un set cinematografico dove, le due ragazze, rapite dal fascino di dimore secolari, fantasticano di tornare indietro nel tempo, immaginandosi la comparsa di un nobile cavaliere al trotto o una popolana con la conca sulla testa.
Pensando di visitarla presto, rivolgono lo sguardo alla casa natale del musicista e compositore Gaetano Braga, contemporaneo e amico di Verdi; poi l’antico corso Garibaldi, le introduce al cospetto del maestoso Duomo di San Flaviano, dedicato al Patrono della città.
È il primo esempio di architettura rinascimentale a base ottagonale, sul litorale abruzzese, progettato dall’architetto toscano Giorgio Martini. In esso sono custodite le spoglie del Santo Patriarca di Costantinopoli, che approdarono sulla costa giuliese, forse per un naufragio della nave che le stava trasportando a Ravenna.
Per la sua svettante altezza, fu importante punto di riferimento per il territorio circostante, persino per i pescatori, tanto che si pensa che il rivestimento originario fosse costituito da mattonelle smaltate di azzurro, con effetto volutamente rifrangente, visibile anche da molto lontano.
Al di sotto della Chiesa si trova la cripta, il cui soffitto è un capolavoro di ingegneria, originariamente utilizzata per il culto, poi per la custodia delle reliquie del Santo.
Al lato della costruzione, si espande piazza Buozzi, ideata come lo scenario in cui doveva manifestarsi la grandezza della dinastia Acquaviva.
Mentre si faceva
l'Unità d'Italia
Poche centinaia di metri più avanti, le fanciulle fanno sosta a piazza Belvedere, dove trionfa la statua in bronzo di Vittorio Emanuele II, opera dello scultore giuliese Raffaello Pagliaccetti, recentemente restaurata. Fu fatta erigere dai Giuliesi, in onore della visita del Re, durante il viaggio verso Teano, per lo storico incontro con Garibaldi.
Da qui si gode di una magnifica vista sul litorale che, Maddalena e Melania, osservano, fotogramma per fotogramma, al binocolo.
Verso il porto
Le ragazze decidono di proseguire la passeggiata verso il Lido, discendendo la vetusta e suggestiva Salita Monte Grappa.
Tornano al Don Antonio, a prendere le biciclette e a mettersi in tenuta ciclistica, per una pedalata sul lungomare.
L’avventura riparte dopo aver coinvolto Antonio, altro rappresentante della famiglia, noto per la sua passione per le escursioni sulle due ruote.
Spinti dalla brezza marina, i nostri ciclisti filano sulla pittoresca pista ciclabile; la spiaggia dorata e l’Adriatico lucente, scorrono come una vecchia pellicola sotto i loro occhi.
Persi tra cielo e mare, i giovani chiacchierano di storie locali e dell’ottimo cibo che, in questa terra, conquista un ruolo prepotente, nel caleidoscopio delle emozioni.
Scherzando e ridendo, gareggiano su chi ha frequentato il ristorante giuliese più sfizioso e assaporato la specialità più appetitosa, ma sul primato del “brodetto di pesce”, le tifoserie concordano.
La vita del porto, verace e rumorosa, è movimentata dai motori delle barche, dal vociare in dialetto dei pescatori, dai nomi fantasiosi delle paranze e delle vongolare.
Alla banchina turistica, i natanti da diporto, riaccendono sogni mai disvelati nella fantasia dei nostri protagonisti.
I caliscendi
È il molo vecchio a calare il poker d’assi, dove si rappresentano tradizionali testimonianze della cultura del territorio.
Sul muretto, lungo la camminata, sono incastonate centinaia di maioliche, decorate a mano, da esperti ceramisti della scuola d’arte di Castelli (TE).
Un po’ sopra, ancorati sui massi, ornati di poesie sul mare, predominano i cosiddetti “caliscendi”, i fratelli minori dei più famosi trabocchi.
E anche grazie alla loro caratteristica presenza, che il Molo Sud è destinazione di passeggiate in bicicletta e appuntamenti con amici.
Proprio in queste casette di legno, in estate, si svolge una kermesse enogastronomica, chiamata “Calistelle”, durante la quale vengono imbanditi sfiziosi aperitivi.
L' oro del mare
A Maddalena, Melania e Antonio torna l’acquolina in bocca, a ricordare l’ultima partecipazione, in uno di questi occasionali street food del mare, la settimana scorsa.
Effettivamente, avevano accomodato una degustazione di alici fritte, insalata di polipo e patate, tagliatelle di calamari.
Forse …può darsi …non sappiamo … avevano anche celebrato un sacco di brindisi col Trebbiano, Cerasuolo e Montepulciano d’Abruzzo!
Continuavano a libar ne’ lieti calici: “Cin cin alla bellissima Giulianova, salute agli operosi pescatori, prosit al fantastico cuoco”, e il vinello gorgogliava nella gola come un fresco ruscelletto del Gran Sasso.
Per farla breve, quella volta lì, la bicicletta, la riportarono a mano al Don Antonio.
Quattro chilometri a piedi furono un toccasana per la digestione! Che fantastica esperienza!
Il mare al tramonto
Intanto l’ora volge il disìo con un tramonto infuocato sullo skyline di Giulianova Alta, dove svetta la cupola di San Flaviano.
Con raggi fiammanti, il sole pirografa all’orizzonte scene pittoriche.
Un sospetto nasce spontaneo, verso il romantico aere incendiato e lo specchio d’acqua giallo-arancione: ”Maestro Michele Cascella, è forse lei, che il cielo e il mare pennella?”